Liberamente ispirato a Erodiade e Salomè
da Oscar Wilde, Giovanni Testori, Billy Wilder, Ken Russel
- Debutto 5 marzo 2016 presso DOM, la cupola del Pilastro, Bologna
- di Elena Galeotti
- con Elena Galeotti e Ilaria Debbi
- luci Alessio Guerra
Uno speciale ringraziamento a Rita Frongia
Accade così, passano gli anni, ma i ricordi riaffiorano, si mescolano a fantasie recondite e a quelle notti di voci minacciose e di corpo aspirato dalla paura.
Accade con leggerezza che l’amore tra madre e figlia generi il desiderio di morte.
Un’attrice insonne in una notte di luna piena scivola nei ricordi esaltanti di un presunto, luminoso passato e nelle evocazioni di Salomè e Erodiade. I ricordi da attrice rivelano momenti di esaltazione poi di vuoto, uno stato di intermittenza.
In scena, due creature intrecciate, attraversate da ombre.
Una giovane figura in penombra disturbata dagli incubi e dalla storia. Si trascina obliqua come un narciso scosso dal vento, succube, servile ma al tempo stesso sadica per indifferenza, sotto gli occhi da talpa patrigni.
– È questo vecchio che ci portiamo dentro la mamma?
La mamma, appunto.
L’insoddisfazione è come lava che cova, nella donna-madre.
Una donna sul viale del tramonto, i capelli senza più luce e una gloria perduta.
Una creatura smarrita, le parole perdute, la memoria frantumata. La madre è in preda al meccanismo del tempo, inesorabile e spietato, talvolta s’inceppa.
La lingua di Erodiade è quella dei ricordi, delle ombre, di chi è stato, delle battaglie familiari, è la lingua che ha limato il suo volto e che domina il corpo della giovane figlia. Si deve deturpare per essere Erodiade? Cosa deve fare con la sua faccia? È un’immensa e sanguinosa nevicata, la madre non è più Erodiade e nemmeno la sua parola. È l’umana bestemmia, l’inesistenza, la cenere, il niente.
È una notte di luna piena. La notte è il tempo che non dorme, e mille e una notte, e la voce disumana, e c’è una luna e trame di voci che chiamano sangue. Poi ci siamo noi, poco regali, tanto goffe, con la nostra anima, oltraggiata da tante ombre e colpi bassi.
Foto di Dorin Mihai
Progetto interregionale di residenze artistiche realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.